Viaggi, Curiosità e Divagazioni

mercoledì 3 agosto 2022

Posted by Claudia on 12:42:00 in | No comments

Trieste è capoluogo di provincia del Friuli Venezia Giulia, città più popolata dell'intera zona veneta e vero e proprio confine con i paesi dell'est, a partire dalla confinante Slovenia; ricca di storia e di fascino, grazie alla sua posizione strategica ha assorbito e integrato stili e culture. Questa città offre davvero molto e, se non si dispone di tempo sufficiente, diventa difficile selezionare i luoghi di interesse; imperdibile è però Piazza Unità d'Italia che si affaccia direttamente sul mare, la più grande piazza d'Europa con questa caratteristica. E' una piazza a pianta rettangolare posta ai piedi del Colle San Giusto, circondata su tre lati da palazzi e affacciata sul golfo di Trieste con il quarto lato; qui si trovano palazzi importanti come il Palazzo del Governo, sormontato dalla Torre Municipale con il suo orologio, e “Mikeze” e “Jakeze”, le due statue che battono le ore. Stupendi sono anche Palazzo del Lloyd Triestino, con le sue fontane laterali, Palazzo Pitteri, Palazzo Stratti, dove sorge uno degli storici caffè della città: Caffè degli Specchi. Trieste è famosa per i suoi caffè (Caffè Urbanis, Caffè San Marco, Caffè Stella Polare...), vere e proprie mete turistiche, non solo perché tenute in vita da veri artisti nella torrefazione, ma anche perché, da sempre, letterati storici del calibro di Svevo, Joyce e Saba erano soliti frequentarli e qui soffermarsi a scrivere. Proprio James Joyce visse per oltre vent'anni a Trieste, dove scrisse due delle sue opere più significative, l'”Ulisse” e “Gente di Dublino”. Prima di Spostarci verso il mare, vale la pena ricordare che la piazza e i suoi palazzi sono uno spettacolo unico non solo di giorno, ma anche e soprattutto al calar del buio, quando, illuminandosi, lasciano a bocca aperta.



Incantevole è la visione del mare; passando dai Pili portabandiera, fino alle statue di bronzo, si arriva al Molo Audace: nel 1740 la nave San Carlo affondò nei pressi della riva e, anziché rimuoverla, si decise di utilizzarla come nuovo mol,o che da lei prese il nome. Un piccolo ponte di legno faceva da collegamento con la terraferma e, in tanti anni di restauro si ingrandì e diventò fisso, arrivando a cambiare nome mutuandolo, al termine della Prima Guerra Mondiale, dalla prima nave della Marina Italiana, il cacciatorpediniere Audace. La città offre un'infinità di musei, oltre trenta, di tutti i tipi e per tutti i gusti, basta citare lo Joyce Museum, l'Acquario Marino e il Museo del Mare, il Museo del Castello e Armeria, sito nel Castello di San Giusto, la Risiera di San Sabba, l'unico campo di concentramento in Italia, l'Orto Botanico e la Galleria nazionale d'Arte antica. Allo stesso modo, Trieste presenta numerose “attrazioni” religiose, si trovano chiese e cimiteri per ogni seguace, proprio per la posizione strategica che l'ha vista attraversata e abitata da popoli di ogni angolo della terra: Cimitero Isralitico, Cimitero Ottomano, Cimitero Militare, Cimitero Cattolico di S.Anna, Chiesa Evangelica Luterana di Confessione Augustana, Tempio Ebraico o Sinagoga, Chiesa di San Nicolò dei Greci, Cattedrale di San Giusto, e chi più ne ha più ne metta. Costeggiando il mare verso destra, andando a percorrere Viale Miramare, passando al lungomare di Barcola si raggiunge il Castello di Miramare, in uno scenario da fiaba, a cominciare dalla struttura, per passare all'immenso parco di circa 22 ettari; non si può tralasciare la posizione sul mare, l'immensa passeggiata che conduce fino lì, e la storia affascinante. Fu edificato per volere di Massimiliano d'Asburgo, il fratello dell'Imperatore Francesco Giuseppe, arcinoto a tutti per aver spossato la Principessa Sissi, che qui avrebbe dovuto vivere con la moglie, la Principessa Carlotta del Belgio; purtroppo per loro, Massimiliano partì per il Messico con l'intento di riunire la corona imperiale e qui trovò la morte mentre, alla consorte toccò in sorte la pazzia. Trieste è nota anche per il fenomeno della Bora, un vento dalle raffiche impressionanti che spazza la città, rendendo quasi impossibile riuscire a stare in piedi e percorrere la zona adiacente al mare; nel 2012 pare che il record di velocità abbia toccano i 180 km/h.


Questa città offre inoltre numerosi punti di svago, come il Faro della Vittoria che permette di ammirare Trieste dall'alto, il Castello di San Giusto, il Castello di Duino e alcuni giardini importanti come Giardino Basevi, Parco di Villa Revoltella e Parco di Villa Giulia. In un week end il tempo scarseggia ma, effettuando un’attenta selezione, in base al proprio gusto e ai propri interessi, non si resterà delusi.

sabato 30 luglio 2022

Posted by Claudia on 17:29:00 in | No comments
Macchina fotografica.jpg

Scegliere una macchina fotografica digitale può non essere semplice, i fattori da tenere in considerazione sono molteplici e, spesso, creano confusione in chi non si possa definire un esperto; è naturale che la scelta debba essere fatta ponderando le proprie necessità, le aspettative e il fattore economico, che può influire in maniera consistente.

In primis è necessario valutare l’uso che si intende fare della macchina digitale, per un uso professionale e per un uso “casalingo” non sono utili lo stesso tipo di macchina; se si coltiva l’hobby della fotografia, anche per un uso saltuario e familiare, è possibile fissare però la propria attenzione su macchine più complesse.

Le reflex possono essere adatte sia a chi non sia un fotografo provetto sia a chi invece faccia della fotografia una passione o uno strumento di lavoro; è probabile che nel primo caso si arrivi a non sfruttarne tutte le potenzialità e farne perciò un utilizzo molto limitato.

Il funzionamento in automatico è ottimo ma la regolazione manuale permette una “personalizzazione” e offre la possibilità di ottenere risultati strabilianti; sono naturalmente più costose, soprattutto se poi si decide di acquistare obiettivi intercambiabili, filtri, flash (o altri accessori) e non possono certamente essere agganciate alla cintura tramite una semplice custodia, o essere riposte in una borsetta. Di solito vengono trasportate in custodie apposite, multitasche e, in molti casi, nella custodia stessa devono essere riposte smontate.

Acquistare una reflex e non avere le conoscenze adeguate può rivelarsi un’arma a doppio taglio, le molte funzioni, i libretti di istruzioni troppo grandi, le nozioni da acquisire possono far perdere la voglia di usarle anche se di valore e indubbiamente eccellenti perciò, il rischio che ci si ritrovi tra le mani una macchina inadeguata potrebbe indurre ad abbandonarla; a ciò si deve aggiungere che se non si vuole disporre di uno strumento ingombrante ma toglierlo dalla tasca o dalla borsa e averla immediatamente disponibile, questa non fa per voi.

Se l’obiettivo è invece avere foto buone ma non ci si vuole impegnare troppo nello studio del mezzo, meglio scegliere una macchina diversa e meno costosa.

Le compatte sono l’ideale se non si pretende molto ma si vogliono comunque ottenere buone immagini; sono macchine piccole, si possono portare ovunque senza che ingombrino o diano fastidio, e possono essere utilizzate con facilità. Solitamente richiedono l’impostazione del tipo di immagine che si desidera catturare (panorama, ritratto, sport...) e non offrono molte possibilità di “personalizzazione”, se non l’attivazione o disattivazione forzata del flash, l’autoscatto e la possibilità di aumentare o ridurre lo zoom.

Le più complesse offrono qualche possibilità in più per ottenere foto di qualità superiore, nonostante il mezzo non proprio di fascia professionale. Esistono poi modelli intermedi per chi sia alla ricerca di macchine non professionali ma neppure del tutto amatoriali, ottime per chi ha nozioni di base e voglia sperimentare ma senza spendere cifre simili a quelle che richiederebbe l’acquisto di una reflex.

Da tenere in considerazione ci sono poi: l’uso che si farà della fotocamera, il prezzo, che utilizzo si farà in seguito delle fotografie (verranno tenute su un pc, utilizzate per il web, o stampate, magari anche in grandi formati?). Se si fotografano spesso bambini, animali, eventi sportivi e soggetti in movimento, è necessario, per fare un esempio, pensare a macchine fotografiche che siano in grado di effettuare molti scatti al secondo, con sensori ad alta risoluzione.

Al giorno d’oggi, anche per chi sia alle prime armi, sono in vendita macchine pensate appositamente per questo utilizzo anche se, i costi, non sono sempre allo stesso livello delle macchine più semplici. Se invece si desidera scattare immagini molto ravvicinate, che riescano a cogliere i particolari, una semplice compatta non è adatta perché i risultati sarebbero, il più delle volte, poco soddisfacenti; meglio prevedere l’acquisto di una reflex e un obiettivo macro per immagini nitide e pulite.

Parliamo di megapixel, a seconda dell’uso che si vuol fare delle immagini è bene tenerne conto, per evitare di trovarsi con immagini orrende se stampate, per esempio, su un poster; pochi megapixel, 4 o 6, per esempio, vanno bene per stampe casalinghe e per il web (in questo caso anche meno, salvo che non si cerchi l’assoluta perfezione o si pubblichino i propri lavori a scopo professionale) tuttavia, nel caso in cui si desideri realizzare stampe professionali o in grandi formati, si dovrà ragionare sui 10/11 megapixel.

Naturalmente, immagini grandi sono pesanti e richiedono grandi spazi di archiviazione perciò, si dovranno anche prevedere schede di memoria capienti. Potreste voler disporre di una macchina che produce anche filmati, in HD oppure no; anche in questo caso, non tutte le macchine sono adeguate. Se l’idea di girare dei filmati vi entusiasma ma le fotografie sono la priorità, allora fate prevalere la qualità della macchina fotografica; ritrovarsi con fotografie buone e filmati “interessanti” quando si vorrebbero foto eccellenti, non è un buon compromesso.

Parliamo poi di batterie e velocità; la possibilità di poter utilizzare batterie ricaricabili è fondamentale, in caso contrario risichereste di doverle cambiare in continuazione, addirittura più volte nel corso della giornata se utilizzate molto la macchina. Un vero spreco, in termini di denaro e inquinamento.

La velocità di scrittura e scatto in serie possono essere fondamentali per catturare immagini all’improvviso, così come lo è il tempo che la macchina ci impiega ad accendersi ed essere operativa. Il contrasto dinamico è allo stesso modo da valutare, soprattutto per la possibilità di scattare immagini in qualsiasi condizione ambientale senza che i colori e la fedeltà alla gamma cromatica vengano compromessi. Una scelta complessa quindi, che richiede riflessione e un’attenta analisi delle proprie necessità e dei risultati attesi.

venerdì 29 luglio 2022

Posted by Claudia on 11:50:00 in | No comments

 

Macchia di vino
Quante volte è capitato di vedersi rovinare una bella serata da un’odiosa macchia di vino rosso sulla tovaglia o, peggio ancora, sul vestito? 
In realtà, nonostante la scocciatura, se si agisce rapidamente nulla è perduto e in breve i capi possono tornare a splendere, l’importante è cercare di porre rimedio il prima possibile, quando la macchia è ancora fresca e umida
Come prima cosa, si dovrà invece evitare di bagnare con acqua calda che potrebbe fissare il colore compromettendo la smacchiatura e provare, in caso di incertezza, il rimedio su una parte non visibile perché eventuali “errori” non si vedrebbero e non rischierebbero di rovinare il capo. 
Due eccellenti rimedi  della nonna, da sperimentare prima di ogni altro metodo, sono i seguenti:
  • Sale per smacchiare. Sulla tavola imbandita non manca e per questo è il primo da utilizzare per far scomparire la macchia; senza strofinare basterà porre una quantità discreta di sale fino sul vino avendo cura di coprire per bene (in modo che lo assorba).  Dopo 20-30 minuti, tamponare con una tovagliolo o della carta assorbente poi sciacquare con acqua calda. In alternativa si potrà coprire con sale fino quindi, lavare con sapone e succo di limone concentrato. 
  • Il secondo metodo, per quanto paradossale, è uno dei più conosciuti e si avvale del vino bianco; su tessuti delicati, tovaglie (anche di lino) e moquette, basta versare un po’ di vino bianco e tamponare procedendo dall’esterno della macchia verso l’esterno, per evitare che, al contrario, si espanda ancor di più. Se la macchia dovesse resistere si potrà aggiungere un po’ di bicarbonato e continuare a tamponare. 
Un ulteriore metodo richiede l’utilizzo di alcool, aceto bianco e sapone (perfetto quello di Marsiglia ma, in mancanza d’altro, si potrà tentare anche con detersivo per piatti); dopo aver mischiato i tre ingredienti, si dovrà strofinare leggermente la macchia, eventualmente avendo cura di bagnarla già preventivamente con poco alcool.
Su lana, seta, fibre vegetali e animali si può provare a sciogliere la macchia versandogli sopra una soluzione preparata mischiando una parte d’acqua e 6 di acqua ossigenata poi, sciacquare con uno straccio imbevuto di acqua e alcune gocce d’aceto. 
In alternativa, facendo attenzione a verificare la resistenza del tessuto su una parte nascosta, si può preparare una pappetta mischiando acqua ossigenata e sapone da bucato nelle stesse proporzioni di prima poi, tamponare delicatamente e lavare. 
Un ulteriore e ultimo metodo da utilizzare immediatamente dopo la formazione della macchia consiste nel versare “a filo” latte bollente sulla macchia; per eseguirlo consiglio di farsi aiutare da qualcuno che tenda la stoffa in modo che si possa versare il liquido solo dove necessario.

lunedì 27 giugno 2022

Posted by Claudia on 00:58:00 in | No comments

Il Palazzo d'Inverno che fa parte del famoso museo dell’Ermitage a S. Pietroburgo, fu progettato ad opera dell’architetto italiano Bartolomeo Francesco Rastrelli.

L' Hermitage è uno tra i più ricchi e tra i più grandi musei del mondo.

E’ costituito da 2500 locali in cui sono raccolti oltre due milioni di oggetti d’arte, fra cui 14.000 dipinti. A volerne attraversare tutte le sontuose sale, si percorrerebbero circa 24 Km e se si dedicasse un solo minuto ad ogni sala, durante sei ore al giorno, per visitarle tutte occorrerebbe almeno una settimana.

Il complesso architettonico Ermitage comprende vari edifici costruiti tra il XVIII e il XIX secolo:
  • il Palazzo d'Inverno (1754-1762), progettato da Bartolomeo Rastrelli
  • il Piccolo Ermitage (1764-1775), opera di Jean-Baptiste Vallin de la Mothe e di Jurij Velten
  • il Grande Ermitage, detto anche Vecchio Ermitage (1771-1787), progettato da Jurij Velten
  • il Nuovo Ermitage (1839-1851) realizzato da Leo von Klenze
  • il Teatro dell'Ermitage (1783-1789), progettato da Giacomo Quarenghi.



venerdì 4 febbraio 2022

Posted by Claudia on 12:21:00 in , | No comments

Chiesa e Portico - TRESIGALLO                          Foto: Stefano Meneghini
Ci sono tante buone ragioni per visitare Tresigallo e i suoi dintorni. 

Per i buongustai ci sono i famosi cappellacci di zucca, per gli amanti della natura bellissimi paesaggi e per gli appassionati di arte ed architettura un esempio concreto e funzionale ben conservato di architettura razionalista, unica nel suo genere. 

Ma non mi fermerei qui, direi che Tresigallo è anche un ottimo esempio di BUON SENSO. Un paese che ha saputo fare dei suoi beni storici, salvaguardandoli, un punto di attrazione e cultura.

A differenza di quanto accaduto pochi anni fa a poca distanza, a Budrio, un paese bolognese della pianura padana, dove menti meno illuminate, hanno pensato bene di abbattere la prima stazione di onde medie voluta dallo stesso Marconi, perché ritenuta opera non degna di interesse architettonico e "dimenticandone" completamente il valore storico, simbolico, scientifico e tecnologico. 

A dire il vero inizialmente furono messi vincoli storici dalla soprintendenza dei beni architettonici e culturali che poi inspiegabilmente furono tolti. Ora l'area liberata dall "ostacolo" storico è libera e pronta per essere colonizzata da cemento e centri commerciali.  I simboli che meglio rappresentano la presente "civiltà". 


Ma ritorniamo al buonsenso di Tresigallo, un paese di circa 4500 abitanti, di origini medioevali, e situato nella pianura padana, a metà all'incirca tra Ferrara e Comacchio; nei suoi pressi scorre il Po di Volano ed è oggi centro di attrazione per gli appassionati di architettura razionalista sviluppata agli inizi del '900. 

Tresigallo in origine fu paese di confine tra l'esarcato di Ravenna ed il regno longobardo; nel cinquecento vennero avviate importanti attività di bonifica dagli Estensi e durante il 1517 ed il 1533 venne realizzato, a circa 1 km dal centro del paese, Palazzo Pio da parte dei Principi Pio di Savoia. 

Il Palazzo, fino a poco tempo fa apparteneva a privati e solo recentemente è stato acquisito da parte del Comune di Tresigallo che ha in programma diversi progetti di recupero. Palazzo Pio, forse pensata come residenza di caccia, è l'unica testimonianza del periodo pre-razionalista, con una struttura formata da un corpo principale a due piani e provvista di torre laterale conserva al suo interno alcune tracce di affreschi cinquecenteschi. 

Ma Tresigallo vive il suo periodo più importante a partire dai primi anni '30, con la realizzazione di una strada a lunghi rettifili per accorciare le distanze verso Ferrara. Questo comportò anche una grande rinascita del paese poiché sorsero piazze, nuove strade, centri sportivi, teatri, ospedale, scuole e diverse infrastrutture industriali. 

Tutte le nuove costruzioni furono realizzate allo scopo di frenare l'esodo verso la città e vennero progettate e realizzate con la logica urbanistica e simbolica del tempo, che oggi individuiamo come architettura razionalista; tutto ciò fu voluto e realizzato dall'allora ministro dell'agricoltura Edmondo Rossoni, nativo di Tresigallo dalle origini sindacaliste rivoluzionarie. 

Nel tempo queste architetture furono salvaguardate e conservate facendo di Tresigallo e della sua unicità "Città del Novecento", caratterizzata da uno stile architettonico ed urbanistico razionalista, un esempio a scala reale delle teorie di scuola tedesca sulla progettazione democratica della "città nuova", un centro architettonico di grande interesse per esperti e studiosi della materia. 

Visitare Tresigallo regala suggestioni architettoniche di un periodo preciso che fa parte della storia, e numerosi sono gli edifici da vedere; in particolare la piazza a forma di "D", la chiesa e il porticato ricco di bassorilievi, gli incroci delle strade con gli edifici dalle facciate simmetriche.

Una guida architettonica ben fatta per la visita del paese si trova direttamente nel sito del Comune di Tresigallo.

Un libro consigliato per gli appassionati è : 


Ex Casa della G.I.L.                           Foto: Stefano Meneghini
Ex - Spogliatoi e Bagni                           Foto: Stefano Meneghini
Bar ROMA - Tresigallo                           Foto: Stefano Meneghini
Scuole elementari                               Foto: Stefano Meneghini
Asilo per l'infanzia                                   Foto: Stefano Meneghini
  Domus Tua (ex sala da ballo)   -     Foto: Stefano Meneghini
Campo Sportivo                              Foto: Stefano Meneghini






mercoledì 24 novembre 2021

Posted by Claudia on 09:42:00 in | No comments
-  Urania n° 11 - CRISTALLI SOGNANTI (10/03/1953)
di THEODORE STURGEON - Copertina di c. Caesar  -
Questo racconto di Urania faceva parte della collezione che mio zio custodiva nella sua camera e che io mi lessi tutto d'un fiato e con particolare avidità. Mi rimase impressa sia la storia che la copertina (quella del 1963) èe così mi ha fatto piacere rispolverare un po' di storia di Urania.

Si narra la storia di Horty, che a 8 anni fugge dalla casa dei genitori adottivi, dopo una furiosa lite con il patrigno, che gli ha causato la perdita di tre dita della mano sinistra.

Viene accolto clandestinamente presso il luna park di Pierre Monetre, un ex medico che cova un grande odio per l'umanità e nutre una forte ossessione verso una forma di vita aliena dotata di grandi poteri: i cristalli.
Essi sono in grado di duplicare e creare la vita, e sono suscettibili agli ordini mentali.
Monetre da tempo esegue esperimenti mentali su di essi, cercando di forzarli a creare un intermediario, un essere di forma umana che gli permetta di ordinare loro di distruggere il genere umano.


venerdì 2 luglio 2021

Posted by Claudia on 15:03:00 in | No comments


Verona, romantica città d'arte, capoluogo di provincia della Regione Veneto, offre, anche a chi dovesse passarvi una sola giornata, molte sorprese. Racchiusa su se stessa, cela monumenti in angoli nascosti, scorci imperdibili e monumenti storici, l'architettura e la struttura urbana che la caratterizzano le hanno fatto meritare la nomina a Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Punto di partenza per chi volesse conoscerla è l'Arena, anfiteatro romano, terzo per grandezza solo dopo il Colosseo di Roma e l'Anfiteatro Capuano di Santa Maria Capua Vetere (Caserta); emblema della città è situata in pieno centro storico, in Piazza Bra, ed è circondata da numerosi bar e ristoranti che si affacciano sul monumento, un sito dove rilassarsi e al tempo stesso goderne del piacere visivo. Tutti i giorni può essere visitata anche all'interno, con costi che vanno dai 6 Euro per il biglietto intero, ai 4,5 Euro per il ridotto; l’orario va dalle 8,30 alle 19,30 (il lunedì apre alle 13,30), con eccezione dei giorni di spettacolo, opere liriche o concerti, in cui le visite terminano alle ore 16,30. Su Piazza Bra, oltre all’Arena e agli splendidi giardini, si affacciano anche altri palazzi storici appartenuti a epoche diverse, ne sono un esempio Palazzo della Gran Guardia e Palazzo Barbieri, sede del comune.


Costeggiando l'Arena, lasciandola sulla destra si procede lungo Via Giuseppe Mazzini, una strada piuttosto stretta, lunga e ben lastricata, una via storica che quest'oggi ha visto sorgere negozi da ambo i lati, la via dello shopping; si percorre fino alla fine, dove si incrocia la perpendicolare Via Cappello, svoltando a destra, dopo pochi passi sulla sinistra sorge la Casa di Giulietta: un piccolo e buio androne conduce al cortile interno dove è impossibile non ammirare e sostare sotto il noto Balcone. Come l’Arena, è visitabile con gli stessi orari e costi. L'ingresso del cortile e il portico sono colmi di graffiti, scritte e bigliettini amorosi lasciati negli anni dai visitatori, non un buon biglietto da visita per un luogo a dir poco emozionante. Tornati in Via Cappello, andando dalla parte opposta si giunge in un'altra piazza storica di Verona, Piazza delle Erbe, che sorge sopra il foro romano, e pare essere la più antica, e la più amata al mondo. Da sempre in questa piazza si tiene il mercato, in uno scenario da lasciare a bocca aperta, con la Fontana di Madonna Verona, Palazzo Maffei, Casa dei Mercanti, la Torre dei Lamberti (visitabile) che, dai suoi 84 metri sovrasta Verona e offre una vista mozzafiato, un giro di 360° sulla città.

Adiacente a Piazza delle Erbe ecco Piazza dei Signori, nota anche come Piazza Dante (per il monumento a lui dedicato), circondata da palazzi scaligeri uniti da arcate e logge; nei pressi della Chiesa di Santa Maria Antica, sorgono le Arche Scaligere, in cui è contenuta la tomba di Cangrande, Gran Signore di Verona a cui Dante dedica il Paradiso della Divina Commedia. Internamente è possibile visitarla con un costo del tutto irrisorio (2 Euro intero e 1 ridotto), solo nella stagione estiva (dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 18, esclusi i lunedì). Svoltando a destra, subito dietro la Chiesa, si arriva in Piazza Indipendenza e, lasciando la zona pedonale, si giunge finalmente all'Adige e nei pressi del Ponte Nuovo, nulla a che vedere con il Ponte Scaligero o con il Ponte di Pietra raggiungibili costeggiando il lungo Adige, andando verso sinistra, tenendo il fiume a destra. Dopo aver superato il Ponte di Pietra, attraverso Vicolo Sabbionaia si raggiunge il Duomo, la Cattedrale di Santa Maria Matricolare; riprendendo il lungo Adige, dopo Ponte della Vittoria si raggiunge finalmente il ponte più importante: Ponte Scaligero, dalle imponenti arcate e facente parte del complesso di Castelvecchio, interamente percorribile, che permette, attraversato l'Adige, di giungere ai Giardini Pubblici, l'Arsenale e l'omonima piazza. Castelvecchio, nato con il nome di Castello di San Martino in Aquano è un vero e proprio monumento militare ed è visitabile sia esternamente che all'interno (orari e costi come l'Arena e i principali monumenti della città), dove è allestito il museo civico contenente pitture, sculture, armi antiche, ceramiche. Lasciandoci alle spalle il castello, immettendosi in Via Roma, si torna in Piazza Bra dove sorge l'Arena; tutta questa parte della città è tranquillamente visitabile in una giornata senza perdersi nulla, anzi una vera passeggiata di piacere, tra storia, cultura, e modernità. Prima di lasciare la città, se c’è tempo, è possibile fare una visita alla Basilica di San Zeno (un po' fuori rispetto al resto dei principali monumenti) di origine romanica e la Tomba di Giulietta (4 Euro intero e 3 ridotto), custodita in un ex convento cappuccino in Via William Shakespeare


lunedì 26 aprile 2021

Posted by Claudia on 10:08:00 in | No comments
Si può dire che anche in Italia abbiamo i nostri avvistamenti tipo "mostro di Loch Ness" Nel 2007 si leggeva tra le cronache bresciane: .. due sub professionisti dichiarano di aver avvistato a 25 metri di profondità, un siluro lungo più di cinque metri nelle acque del Garda (di fronte a Gargnagno). Un fatto questo alquanto strano ma non impossibile visto che i siluri possono raggiungere quelle dimensioni.Un altro pescatore di Garda dichiara alla stampa di aver visto nell'settembre 2006 una grossa pinna di pesce nelle acque antistanti il paese. Nel agosto del 1965 il giornale "L'Arena" pubblica un articolo su un avvistamento di un pesce mostruoso nel Garda.... "  Di questi avvistamenti, al momento, non ho trovato alcuna foto.

Se fossimo abituati a vedere "strani pesci" o "pesci mostruosi" più frequentemente li consideremmo un po' meno mostruosi, oppure no ?

Certo che alcuni di questi pesci sono davvero spaventosi e nessuno vorrebbe trovarsi faccia a faccia con loro, nel loro habitat; soprattutto considerato che alcuni di loro sono davvero aggressivi.


PESCE TIGRE (TIGERFISH)

I tigerfish (pesce tigre) possono essere considerati l'equivalente africanom dei piranha del Sud America, anche se appartengono ad una famiglia completamente diversa, ma sono famosi per la loro ferocia. Hanno denti affilati come rasoi che sono ad incastro, corpi snelli e velocissimi. I tigerfish sono predatori aggressivi ed hanno un sacco pieno di gas nel corpo che viene utilizzto come un ricevitore audio. Questo trasmette le vibrazioni dall'acqua, consentendo di individuare tutti gli animali vicini e rispondere di conseguenza. Quando il cibo è scarso il tigerfish possono ricorrere al cannibalismo e possono attaccare mortalmente anche gli esseri umani. Ci sono diverse specie di tigerfish e possono essere di varie dimensioni. Alcune specie possono superare anche i due metri di lunghezza.
Pesce Tigre


SQUALO FRILLED (Shark Frilled)

Lo squalo frilled ( Chlamydoselachus anguineus ) si può trovare sia nell' Atlantico che nel Pacifico. Si tratta di una specie rara che generalmente si muove vicino al fondo e raramente si porta verso l'alto.  È stato catturato in acque profonde intorno ai 1500 mt, ma in Giappone è più comune trovarlo a profondità di 50-200 m.  Sembra un pesce abbastanza primitivo a tal punto che è stato definito un " fossile vivente ". Può raggiungere una lunghezza di 2 m ed ha un colore marrone scuro, un corpo con movimenti che ricordano l'anguilla ed il suo nome deriva dalle frange delle fessure branchiali , di cui ci sono sei coppie con la riunione prima coppia attraverso la gola. Osservato raramente, lo squalo frilled cattura la sua preda piegando il corpo e balzando in avanti, come un serpente. Le lunghe mascelle estremamente flessibili consentono di ingoiare prede di grandi dimensioni, mentre le numerose file di piccoli denti aghiformi evitano la fuga. Si nutre principalmente di cefalopodi , ma può consumare pesci ossei e altri quali. Questa specie è vivipara: gli embrioni sono in capsule costituite da uova, con una specie di tuorlo che le avvolge. Il periodo di gestazione è lungo circa tre anni e mezzo: la più lunga di qualsiasi vertebrato . Per ogni schiusa nascono tra 2 e 15 piccoli e non esiste una distinta stagione riproduttiva. L' Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha valutato come a rischio di estinzione questa specie , per il suo basso tasso di riproduzione.
Squalo Frilled

PESCE BLOB

Il pesce blob appartiene alla famiglia Psychrolutes, genere "marcidus". In effetti ... Questa specie vive nell'Oceano Pacifico sudoccidentale, nelle acque costiere australiane meridionali, a una profondità compresa tra i 600 e i 1.200 metri. Attualmente è a rischio di estinzione a causa della pesca a strascico sui fondali. Presenta un corpo flaccido, poco compresso ai fianchi, con testa grossa e occhi grandi. Le pinne sono ampie e arrotondate. La livrea è semplice: tutto il corpo è grigio rosato, chiazzato di bruno. La bocca e le labbra sono bianco-rosate. La carne di questo pesce è costituita per la maggior parte da una massa gelatinosa di densità leggermente inferiore a quella dell'acqua, che gli permette di galleggiare sopra il fondale senza sprecare energie nuotando. A causa dell'inaccessibilità del suo habitat, è stato studiato e fotografato raramente in natura. Raggiunge una lunghezza massima di 30 cm.
Pesce Blob

PESCE LUPO

Anarhichas lupus, conosciuto in italiano come pesce lupo o lupo di mare, è un pesce osseo appartenente alla famiglia degli Anarhichadidae. L'aspetto generale di questo pesce è simile a quello di una grande bavosa (pesce della famiglia Blenniidae comprende circa 400 specie di pesci bentonici).  Il corpo è allungato e compresso lateralmente, la testa grande e rotondeggiante, la bocca ampia con forti mascelle dotate di 10-12 denti caniniformi robusti e ben visibili che ogni anno vengono cambiati. Le pettorali sono larghe, adatte ad ancorare il pesce sul fondo roccioso. La parte superiore della testa, i fianchi, il dorso e le pinne sono grigio-azzurri, nerastri o rossicci con alcune fasce verticali non ben distinte di colore scuro, la parte inferiore è biancastra con punti scuri. La taglia massima è di 150 cm per oltre 20 kg di peso. Ma se questo è vero allora l'esemplare nella foto non è un pesce lupo o almeno non un pesce lupo normale, perchè nella foto c'è un esemplare mostruosamente lungo.  Il pesce lupo è comune nell'Oceano Atlantico dal Golfo di Guascogna all'Islanda e alle coste della Groenlandia e della Lapponia, nella parte occidentale di questo oceano è presente sulle coste canadesi e degli USA a sud fino al New Jersey.  È riportata la cattura di un esemplare nel mar Mediterraneo, in Liguria (Varazze), nel 1958.  Vive su fondi rocciosi a profondità fino a 600 metri (di solito non oltre 100). I giovani si incontrano anche in acque costiere.
Pesce Lupo
Pesce lupo dalle dimesioni eccezionali

giovedì 19 novembre 2020

Posted by Claudia on 13:50:00 in | 1 comment
Crateri
Crateri formati dall' impatto di meteoriti ed altri oggetti

Quando un meteorite impatta sulla superficie di un pianeta come Marte, Mercurio oppure su un satellite come la Luna, si formano dei crateri chiaramente visibili. 

Ogni corpo celeste nello spazio viene continuamente bombardato da meteoriti, asteroidi, comete

Questo avviene anche per la Terra, ma in questo caso i crateri non sono sempre chiaramente visibili come per altri pianeti a causa della cancellazione ad opera dell'erosione degli agenti climatici o per la trasformazione indotta dalla tettonica terrestre, nel corso del tempo. 

Sulla superficie terrestre si contano quasi 170 crateri dovuti ad impatto con meteoriti ed altri corpi provenienti dallo spazio.  Questi crateri variano da un diametro di poche decine di metri fino a circa 300 km. L'età dei primi crateri è databile intorno a circa due miliardi di anni fa. I crateri più facilmente individuabili sono quelli più recenti che hanno subito meno trasformazioni nei secoli.

mercoledì 14 ottobre 2020

Posted by Claudia on 14:38:00 in | No comments

Antichi calzari

Per quanto possa sembrare strano agli occhi di un occidentale, ancora una parte dell'umanità non indossa abitualmente le scarpe.  In regioni della terra quali Asia, Africa e Sud America, benché il suolo sia abbastanza inospitale la scarpa è ancora quasi sconosciuta.
Eppure calzare scarpe è sintomo di civiltà: portavano calzature, di vario tipo naturalmente, tutti i popoli che nell'antichità hanno superato la selezione dell'anonimato per finire nelle cronache della storia: Greci, Egiziani, Romani e via dicendo.
In quelle epoche, però, la scarpa era un «accessorio» più che altro di utilità, veniva cioè usata specialmente in inverno e dagli eserciti che dovevano combattere con tutti i terreni.

Quasi sempre — dicono oggi i «podologhi», gli esperti dell'autonomia dei piedi e delle calzature più adatte a rivestirli — i calzari erano scarsamente funzionali. Piedi deformati erano insomma, all'ordine del giorno, basti pensare che ancora in epoca napoleonica, ai primi dell'800, non si faceva distinzione tra piede destro e sinistro.  Ai soldatini della fanteria di Bonaparte erano dati nell'equipaggiamento due zoccoli di legno all'anno perfettamente eguali.  Solo un pezzo di cuoio sopra consentiva di infilarli.

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